7.6 Conclusioni - Loreto Lorette

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7 FUTURO
7.6 Conclusioni sul futuro di Loreto
Procediamo nella fede e nella povertà, senza previsioni, senza comunicazioni celesti riguardo al futuro.
Dopo sette anni di preghiere, di sofferenze e di incertezze, pensiamo che le intuizioni fondamentali erano buone, ma si rivelarono necessarie delle modifiche su alcuni punti.
Non pretendiamo di offrire uno scenario completo di quanto potrà avvenire. Pensiamo solo che la presentazione dei un grande ideale, anche rivedibile in diminuzione, sia indispensabile per mettere in moto le energie.

7.6.1 Che cosa è già possibile
A condizione di convincere i responsabili, delle azioni sono possibili fin da oggi. Per esempio, se la conversione, la qualità della vita e la famiglia sono gli obiettivi prioritari da perseguire, è possibile d'ora in poi fare una scelta nelle domande poste ai responsabili del pellegrinaggio.
È anche consigliabile prendere l'iniziativa di fate inviti. Ci si può indirizzare di preferenza ai contemplativi, ai predicatori carismatici, ai giovani, alle associazioni familiari, alle diverse branche del Rinnovamento, ai movimenti sensibili alla compassione, ai grandi talenti intellettuali ed artistici della Penisola.

7.6.2 La libertà lasciata ai semplici fedeli
L'espressione semplice fedele è ormai obsoleta. Tutti sono ugualmente battezzati; tutti hanno il diritto di esprimersi. Siamo felici che a Loreto l'autorità lo comprende.
Talvolta è necessario un lungo lavoro di elaborazione sotterranea perché aspirazioni concrete si manifestino in seno al popolo. Ad esempio, è quanto è avvenuto al momento dell'unificazione dell'Italia a partire dalla metà del XIX secolo.

7.6.3 Le azioni da condurre progressivamente
I disfattisti sventolano sempre gli stessi argomenti: «Non ci sono soldi, non c'è il personale necessario».
Un cappellano della pastorale universitaria ripeteva spesso questo aforisma: «Non sapeva che fosse possibile perché era tonto. Ci provò e ci riuscì».
A Loreto ormai ci si può mettere all'opera. La lista delle operazioni realizzabili e poco onerose sarebbe lunga:
  • Attirare raduni di taglia media;
  • Far sapere alle associazioni particolari che il loro arrivo a Loreto sarebbe il benvenuto;
  • Elaborare un protocollo del pellegrinaggio;
  • Far conoscere per via mediatica la nostra aspirazione a formare un grande complesso missionario;
  • Editare un depliant sulle capacità generali di accoglienza per congressi;
  • Pubblicare un programma annuale di tutti i ritiri e gruppi di studio da tenere a Loreto.
È importante cominciare, anche a piccoli passi.
«L'intendenza seguirà», questo apoftegma talvolta pericoloso ha la sua parte di verità. Là dove scaturisce una sorgente d'acqua viva si radunano gli appassionati. I trasporti e le strutture d'accoglienza si organizzeranno di conseguenza.

7.6.4 Che cosa manca di più
Quello che manca di più è proprio la volontà di mettersi al lavoro, di rimboccarsi le maniche, eventualmente di costruire con la cazzuola in una mano e la spada nell'altra (Neemia, 4, 17-18).
Quattro anni fa lo annotavamo già:
«Perché Loreto diventi "una città in cui tutto l’insieme è compatto" (Ps 122) ci si domanda se il sistema della pezza nuova cucita su un vestito vecchio (Mt 9, 16) sia quello ottimale.
La riflessione ci conduce a pensare che uno sviluppo globale, coerente e solidale oggi è necessario.
Non è arrivata l’ora di compiere un atto decisivo, di prendere il rischio « di allargare le vedute », di far crescere quello che già esiste, ma anche di prendere iniziative completamente nuove?» (12 Corone, 13-2).

7.6.5 La nostra analisi nell'estate 2014
La redazione delle Dodici Corone è terminata nella festa di Ognissanti del 2009. Sono poi trascorsi cinque anni di faticose ricerche. Le conclusioni del libretto rimangono sempre valide. Ma si rivelano necessari alcuni ritocchi, ricavati dalla lezione delle delusioni evocate in 7.5.3.

  • Il ricorso alla consultazione locale, eventualmente realizzato con un sinodo, forse sarebbe un fallimento, poiché gli spiriti non sono ancora pronti.
  • È dimostrato che la città di Loreto non dispone delle forze necessarie per una riorganizzazione completa del pellegrinaggio. Bisogna fare appello all'esterno per trovare le risorse indispensabili per una rifondazione.
  • Bisognerebbe ricominciare solo dall'Italia. Che Loreto diventi un memoriale delle grazie accordate alla Santa Italia lungo la storia, un centro di ricerca sulla sua propria spiritualità. Che Loreto si presenti poi come un segno profetico della vitalità spirituale dell'Italia attuale. Questo santuario nazionale, molto caratterizzato dalla sua identità nazionale e da un carisma trasparente, in un secondo tempo sarebbe in grado di attirare i giovani e gli adulti dell'Europa.
  • L'elezione del papa più atipico della storia il 13 marzo 2013, la pubblicazione della Evangelii Gaudium, il progetto di una riforma della Curia (dalla quale Loreto dipende in modo particolare) sono eventi imprevisti molto favorevoli alla riforma progettata.

E non si può dimenticare che un Papa gesuita dovrebbe mostrarsi sensibile alla creazione di un grande spazio per Esercizi spirituali su una terra che tanto deve alla Compagnia di Gesù.
  • Nel dicembre del 2016 si tratterà di dare un nuovo pastore a Loreto. Se la riforma deve aver luogo, esigerà un leader la cui età e profilo siano adatti al compito enorme e preciso che si presenterà. I gruppi dei battezzati hanno ormai il permesso, se non il dovere, di farlo sapere a chi di diritto.

Nell'attesa, non bisogna perdere tempo e sensibilizzare:
  • le Associazioni familiari,
  • la Curia romana,
  • i vescovi italiani,
affinché facciano di Loreto una piattaforma per l'evangelizzazione in sintonia con le necessità del XXI secolo.

7.6.6 Opera divina, mezzi divini
La metamorfosi di Loreto in Città Santa, centro di irraggiamento spirituale per il continente, è un'impresa immensa che supera assolutamente le nostre forze. Non può essere che l'opera di Dio, di Maria e dei santi.
Per questo è augurabile che l'appello echeggi nel cuore di uomini e di donne dediti alla contemplazione ed alla penitenza.
In generale le grandi imprese di conversione sono precedute da croci pesanti e da preparazioni onerose. Bisogna trovare anime disposte a pagarne il prezzo.

7.6.7 EPILOGO
Facciamo un balzo avanti nel tempo. Andiamo a Loreto nel 2044. La città è irriconoscibile. Regna ovunque un clima di silenzio e di serietà. La Basilica è affiancata da un grande santuario sotterraneo, come a Lourdes. Dei ripari semplici e vari sono sorti qua e là. Padiglioni nazionali sono sorti un po' ovunque, costruzioni nuove ospitano la sede di movimenti e di comunità diverse; sono sbucate dalla terra case della famiglia, centri di studio, di ricerca e di solidarietà, anfiteatri. I drappi che sventolano nel cielo o sui davanzali delle finestre provano che Loreto è diventata un agglomerato internazionale.
È chiaro che tutte queste creazioni non sono cadute dal cielo. La popolazione locale, la Nazione Italiana nel suo insieme, la Curia romana, la Conferenza episcopale italiana si sono mosse per offrire a Dio, a Maria, all'Europa questo laboratorio potente di conversione e di evangelizzazione.

Per Dio è bene fare grandi cose.
Tutto questo AMDG, Ad Majorem Dei Gloriam, alla più grande gloria di Dio (è il motto dei Gesuiti).
Per una informazione complementare, leggere Loreto, Nuova Nazareth – La Città dalle 12 Corone Testo integrale nella casella 14
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