3.5 La tesi favorita oggi - Loreto Lorette

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3 STORIA
3.5 La TESI favorita oggi
Lo si voglia o no, c'è oggi una tesi a favore, quella del padre Santarelli, direttore della Congregazione, autore delle opere di ricerca più lette. La sua opzione non è per forza « la verità immutabile». La chiesa lascia ai fedeli ogni libertà d'opinione. Il nostro sito si accontenterà di dare alcuni elementi di giudizio.
Con mansuetudine e carità pastorale il celebre cappuccino presenta le sue ricerche: «C'è la tesi tradizionale. Per chi non si accontenta, presento anche la mia».
 
3.5.1 Il padre Giuseppe Santarelli
Nato nel 1936 a Monte Giberto presso Fermo, Giuseppe Santarelli è laureato all'Università Cattolica di Milano, dove ha insegnato la lingua e la letteratura italiana tra il 1967 ed il 1976.
Ha redatto numerose opere di letteratura, di storia e d'arte. Ma non è solo un erudito. Nel 1976 i suoi confratelli dell'ordine dei cappuccini lo eleggono Provinciale delle Marche, incarico che occupa fino al 1982.
Attualmente si può incontrare questo «religioso innanzitutto tutto» nella libreria della Congregazione universale. È conosciuto come il direttore della rivista Il Messaggio.
Ha redatto saggi sul poeta Tasso e sul ruolo dei cappuccini nel romanzo I Promessi Sposi di Manzoni.
I suoi numerosi libri sulla Santa Casa culminano nella pubblicazione dell'indispensabile La Santa Casa di Loreto (2006).
Sono anche molto utili ai nostri studi i volumi dello stesso autore:
Le origini del Cristianesimo nelle Marche (2007)  Tradizioni e Leggende Lauretane (2007)
Sono in vendita nella libreria della Congregazione sotto le arcate.
 
3.5.2 I documenti scritti
L'essenziale della ricerca del padre Santarelli è basato sui documenti degli autori seri di cui abbiamo parlato in 3.4.2.
 
3.5.3 I reperti archeologici

Gli scavi
  1. XVI secolo: perizia sotto Clemente VII. Il papa invia tre dei suoi camerieri in Palestina, per un'inchiesta. I tre inviati si fermano prima a Tersatto e sono costretti a constatare l'identità delle misure dell'edificio nei suoi tre luoghi di collocazione: Loreto, Tersatto, Nazareth (GHA).
  2. Nel 1619 Tommaso da Novara deve arrendersi all'evidenza. Tommaso è il superiore ecclesiastico di tutta la Terra Santa. Lui ha dubbi seri sull'equivalenza delle misure della SC a Loreto e Nazareth. Va sui luoghi con dei pregiudizi. Sembra aver ragione, ma allora il padre guardiano del santuario palestinese fa dei lavori per rilevare la similitudine delle dimensioni (GHA 11).
  3. Benedetto XIV, il celebre specialista dei fatti preternaturali, nel 1751 fa verificare l'assenza delle fondazioni (Sant SC 103)
  4. Scavi di Bagatti a Nazareth 1955-60
  5. Scavi di Alfieri (+ Grimaldi) a Loreto 1962-65
  6. Lavori di Nanni Monelli 1987 e segg.

Le dimensioni della Santa Casa
4,5 x 9 metri
2 Esch [Un décret…(1917) p. 34 ] - (Sant SC 119s) – GHA 8-9

L'assenza di fondamenti
Nel 1751 Benedetto XIV desidera fare una verifica dell'assenza di fondamenti. La perizia è eseguita da cinque vescovi, tre architetti ed alcuni mastri muratori. È confermata la constatazione già fatta nel 1531, secondo Angelita.
(Sant SC 103, 112, 123s, 129)

Situazione della SC dal I al XIII secolo a Nazareth
1° momento: semplice costruzione con entrata a ovest.
2°momento: sinagoga cristiana.
3° momento: chiesa bizantina.
4° momento: chiesa edificata dai crociati (devastata nel 1263)
(Sant SC 140)

Orientamento della Santa Casa
Orientamento della porte e finestre
  • Muro Nord (Isaia - Amos verso la cappella francese). Unica porta d'entrata e uscita tra il 1294 ed il 1531.
  • Muro Sud (Zaccaria - Malachia, verso la cappella spagnola).
  • L'altare era addossato alla parete interna di questo muro prima del 1531.
  • Muro Est (Mosè - Balaam + Traslazioni SC, verso la cappella tedesca)
  • Muro non esistente a Nazareth. Altare, iconostasi corridoio d'uscita.
  • Muro Ovest (Annunciazione + Geremia - Ezechiele, verso la navata della basilica). Finestra dell'Angelo.
La disposizione della Santa Casa nel 1294 è del tutto contraria alla logica delle costruzioni nella regione. Cosa che forma un serio indizio dell'importazione della SC.

Elenco delle anomalie:
  1. unica porta sulla parte lunga, a differenza delle chiese
  2. apertura a nord, ai venti, all'umidità
  3. finestra a ovest, che non permette un'illuminazione adeguata
Al contrario, tutto si spiega se questa disposizione riproduce quella di Nazareth: tre muri aperti su una grotta.
(Sant SC, 127 – GHA 61-6)

La qualità dei materiali e la sistemazione delle pietre
Mi sembra che le conclusioni tratte dal padre Eschbach nel 1915 restino in parte valide:
  • la parte inferiore dei tre muri della SC è formata da pietre, non mattoni, come pretende De Feis;
  • in questa regione tutte le costruzioni erano di mattoni dalla stessa forma;
  • la natura di questa pietre, non esistenti nella regione, è esattamente quella delle pietre della Galilea.
(2 Esch fasc 1915 : 35-41, 52-4) (Sant SC 120s)

La struttura
Le pietre della SC sono sistemate in gran disordine, mentre le costruzioni del paese sono sottoposte a regole molto rigide. Mentre la disposizione a spiga, a spina di pesce, si trova in Palestina. Ancora, certe rifiniture delle pietre somigliano a quelle trovate nelle costruzioni nabatee. Tali sono le osservazioni di Monelli.
(Sant SC 123, 131s)

I tre muri e la loro connessione alla grotta
Secondo Monelli, la collocazione dell'edificio attuale si spiega unicamente con la connessione dei tre muri alla grotta.
(Sant SC 137).

I graffiti
Il padre Santarelli dedica a questo argomento tutto il capitolo III della terza parte del suo libro La Santa Casa di Loreto (pagg. 145-200).
Una grande amica della Santa Casa, la signora Guglielmina Ronconi (1864-1936), avrebbe avuto la rivelazione soprannaturale dell'esistenza di graffiti sulle pietre della Santa Casa; iscrizioni che sarebbero un segno della provenienza palestinese delle pietre della SC. La signora Ronconi ne parlò a Mons. Aluigi Cossio, vescovo di Loreto tra il 1923 ed il 1934, come pure al canonico Tamburini (Sant SC 145).
Sulle pareti dell'edificio sono state trovate effettivamente circa 60 iscrizioni di origine palestinese.
A pagina 48, Santarelli fa allusione a 59 graffiti: 42 su pietra e 15 su mattoni (Sant SC 148 - GHA 13).

Le cinque piccole croci in tessuto rosso
I crociati portavano piccole croci rosse, a differenza dei pellegrini che portavano croci bianche. Sono state trovate cinque croci rosse sotto la finestra dell'Angelo.
Queste croci sarebbero ex-voto offerti in segno di gratitudine per la riuscita del trasporto della SC nel XIII secolo?... Non è impossibile.
(Sant SC 203-5 - GHA 14)

Le monete
All'apertura dei cantieri per la costruzione di chiese e in altre occasioni si ponevano monete nei fondamenti dell'edificio.
Sotto il suolo della Santa Casa sono state trovate:
  • 1365 monete dopo l'incendio del 1922;
  • 87 monete nel corso degli scavi del 1962-65.
Alcune datano al tempo dell'impero romano, ma c'è un gran vuoto tra il III ed il XIII secolo. Tuttavia, cosa curiosa, parecchie monete datano al XIII secolo. Alcune monete tedesche attesterebbero la veridicità del racconto del saccheggio della SC da pellegrini tedeschi nel 1318. Due monete sono coniate con le armi di Guido II duca di Atene al tempo delle crociate... Ora, quel principe sposò Elena Angeli nel 1275!
Tutti questi indizi attestano che un grande evento si è verificato a Loreto durante gli ultimi anni del XIII secolo!
(Sant SC 211-23).

I frammenti d'uovo di struzzo
Sono stati ritrovati frammenti d'uovo di struzzo.
L'uovo di struzzo, che si credeva fecondato dalla sola luce del sole, è un simbolo della concezione verginale.
(Sant SC 197- 203 - GHA 15).

L'attestazione di un culto alla Madonna di Loreto dal 1310
Una bolla di Clemente V, datata 1310, destinata alla fondazione di un monastero carmelitano in Germania, allude ad un voto che il donatore avrebbe fatto «alla miracolosa e divina Vergine di Loreto»!
(Sant SC 215-6)
 
3.5.4 La tesi Santarelli
Il padre Santarelli dà la preferenza all'ipotesi di un trasferimento marittimo.
  1. Come in un'inchiesta giudiziaria, la spiegazione si fonda su elementi sottili, ma alla fine convincenti.
  2. Si fonda, in secondo luogo, su una confidenza fatta da Giuseppe Lapponi al cardinale Landrieu a proposito di documenti ormai perduti degli archivi vaticani.
  3. Una famiglia de Angelis, ramo della famiglia imperiale, avrebbe trasportato i materiali della santa casa di Nazareth.
  4. La Santa Casa sarebbe stata portata, si, dalle «mani degli Angeli»; ma si tratterebbe di Angeli terreni, vale a dire uomini mandati dalla famiglia «de Angelis».
  5. Nel 1290 gli europei sono sconfitti in Terra Santa. Nel corso dell'anno 1291 i crociati delle diverse nazioni si affrettarono ad imbarcare tutto quanto poteva essere salvato. La Santa Casa farebbe parte delle reliquie trasportate.
  6. Questo spostamento di insiemi monumentali non poneva grandi problemi a quel tempo. Se ne hanno diversi esempi.
  7. Il « Cartulario» di Collesano, foglio 181, allude a certe pietre della Santa Casa offerte in dote ad una principessa.
  8. La principessa in questione sarebbe Ithamar (Margherita) figlia di Niceforo Angeli, principe dell'Epiro, al tempo del suo matrimonio con Filippo d'Angiò nel settembre 1294.
  9. Il 5 luglio 1204, a Perugia, il cardinale Malebranche, forse influenzato da Carlo II d'Angiò, fa eleggere papa Pietro di Morrone, un rude eremita abruzzese che oggi conosciamo sotto il nome san Celestino V. In data 28 agosto 1294 quel monaco sublime è incoronato in S. Maria in Collemaggio a l'Aquila. Quella Chiesa è divenuta di attualità la mattina di lunedì 6 aprile 2009 quando è stata danneggiata gravemente dal terremoto.
  10. Carlo II, molto vicino a Celestino V, forse esercita una pressione su di lui affinché accolga la reliquia in terra pontificia.
  11. Celestino V si dimette il 13 dicembre 1294. Ora, tre giorni prima di quella data le pietre della santa Casa arrivano a Porto Recanati.
  12. A Roma il «Vicarius Urbis», l'uomo che governa provvisoriamente la Chiesa, è il domenicano Salvo. Quell'antico vescovo di Recanati avrebbe arrangiato le cose in modo che preziosa eredità arrivasse nella sua terra natale.
(3 SM B’ à G’- Sant SC 235-314 – GHA 15-6)


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