5.8 Miracoli e grazie - Loreto Lorette

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5 TEOLOGIA
5.8 Miracoli e grazie
Secondo Y. M. Bercé, la Vergine di Loreto è stata spesso considerata come una Vergine liberatrice (cap. IV).
Il sacerdote Gaston Gorel elenca un certo numero di prodigi eclatanti attribuiti alla Vergine di Loreto:
  1. Guarigione del papa Pio II
  2. Guarigione del papa Paolo II
  3. Protezione del papa Giulio II (palla conservata nella SC)
  4. Guarigione di Michel Marteau raccontata da Montaigne
  5. Jean le Blanc attraversa miracolosamente il mare con il suo cavallo fino a Loreto prima della presa di Costantinopoli
  6. Guarigione del Pascià Corcuth su suggerimento del suo schiavo cristiano, liberato dopo questo fatto
  7. Protezione di 12 barche veneziane grazie all'intervento del marinaio Antonio, che taglia la mano di un pirata
  8. Vogel, storico critico di Loreto, salvato dalle acque del Musone nel 1794
  9. Guarigione di Don Biaggio, collaboratore di san Gaspare del Buffalo
  10. Guarigione del giudeo convertito padre Libermann, futuro fondatore dei Padri dello Spirito Santo, arrestato nel suo progresso verso il sacerdozio
  11. Miracolo delle fiamme: visione del globo di fuoco sulla chiesa di Loreto, l'otto settembre, per dieci anni consecutivi
  12. Nascita di Luigi XIV (in verità attribuita anche ad altri luoghi)
  13. Liberazione di Parigi nel 1589
  14. Protezione accordata a Lione devastata dalla peste (1581 ?)
  15. Vittoria di Giovanni Sobieski re di Polonia a Vienna
  16. Guarigione oftalmica del signor Olier, fondatore di San Sulpizio, venuto a piedi nel 1630
  17. Liberazione immediata di Antonia Argentorix indemoniata di Grenoble nel 1489, dopo tentativi inutili fatti in altri luoghi.
(vedere Gorel, 128 - 48).
Nel suo libro Le guarigioni a Loreto, il dottor Pierluigi Cavatori fa il resoconto di undici guarigioni miracolose avvenute dopo il 1936.
Le grazie spirituali e soprannatyurali accordate, talvolta anche a dei santi, sono molto numerose. Notiamo solo che l'intuizione di fondare i Focolari è avvenuta durante un ritiro predicato al quale partecipava Chiara Lubich nell'autunno del 1939 (GHA 32).
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