3.3 Le tesi critiche - Loreto Lorette

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3 STORIA
3.3.1 L'opposizione militante
La contestazione del trasporto miracoloso comincia a partire dal XV secolo.
Nel 1485 il francescano Francesco Soriano (nato a Venezia nel 1450), fine conoscitore dell'Oriente, dopo una visita a Nazareth protesta energicamente contro la convinzione che che si andava affermando (Chevalier pagg. 69, 236, 321).
A partire dal XVI secolo Loreto riescì ad esasperare i protestanti perché riuniva tutti i temi banditi dalla Riforma: devozione mariana, culto delle reliquie, esaltazione del meraviglioso e dei pellegrinaggi con i loro ricavati commerciali. Nel 1554 un vescovo cattolico passa al protestantesimo, Paolo Vergerio, pubblica un opuscolo sfavorevole alla causa loretana. Nel XVIII secolo Calmet formula l'ipotesi che la Santa Casa sia un semplice facsimile di quella di Nazareth in materiale locale. Nel XIX secolo un francese emigrato, il canonico Vogel, scrive 850 pagine in latino sulla storia locale e talvolta si mostra assai riservato. Fornisce anche una miniera di informazioni per i ricercatori critici che seguiranno: Monaldo Leopardi, de Feis e tanti altri... (4 RCL).
Oggi la sensibilità protestante si è trasmessa a molti cattolici; il senso pastorale ne terrà possibilmente conto (12 Cor 1-12).
 
3.3.2 La tesi ipercritica di Chevalier
Notiamo tuttavia che Chevalier (1841 - 1921) è stato preso dalla grande ondata modernista nel momento in cui le scuole di esegesi e di storia critica facevano sentire le loro giuste rivendicazioni. L'inflessibile studioso è capace di spingersi troppo avanti. Sabato scorso il padre Santarelli mi ricordava il giudizio dell'apologeta gesuita Rinieri sull'erudito francese ostile all'autenticità della Sindone di Torino:
«Il pregiudizio che Renan ha causato alla figura di Cristo,Chevalier lo ha causato alla questione di Loreto».

 
3.3.3 La contestazione recente
Il padre Floriano Grimaldi, archivista emerito di Loreto, ha consacrato un mezzo secolo della sua vita a cantare le Lodi di Loreto, a scrivere numerosi libri sulla storia, l'arte e la spiritualità di questa città dove ha trascorso una parte notevole della sua esistenza. Bisogna riconoscere che, ad un dato momento della sua vita, quell'uomo che ha seguito dei corsi di archeologia a Roma ha smesso di credere che le pietre della Santa Casa fossero un materiale di esportazione (4 RCL). Recentemente mi ha affermato al telefono che esisteva un santuario dal tempo di Carlo Magno. A mio umile avviso, l'orientamento del padre Grimaldi non si spiega solo per ragioni scientifiche. Notiamo anche che quel religioso non crede più nemmeno all'autenticità della Sindone di Torino.
Il padre Grimaldi pensa che la Santa Casa non sia una reliquia, ma una testimonianza molto venerabile e della più grande importanza.
Si deve aggiungere che il padre Stanislao Loffreda ofm, professore di archeologia a Gerusalemme, dopo osservazioni minuziose non ha concluso che esista una equivalenza tra l'edificio di Nazareth e quello di Loreto.
Diverso è il caso di Lucietta Scarafia, che nel 1998 ha dato una interpretazione sociologica del mistero di Loreto: la traslazione sarebbe innanzi tutto un mito fondatore dell'identità italiana, un simbolo della lotta contro il protestantesimo e contro il liberalismo.
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