1.8 Lorette et la région des Marches - Loreto Lorette Francese

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1 L'ITALIE
1.8 – Loreto e la regione delle Marche
L'Italia è divisa in 20 regioni e 110 province. Loreto appartiene alla provincia di Ancona e alla regione delle Marche, e su questa regione conviene dilungarsi un po'. La Marca di Ancona è una delle venti regioni d'Italia. Si estende a metà della costa orientale, su 180 km di litorale. È di piccole dimensioni: 9700 km 2 (Francia 550.000 km 2, Italia 300.000 km 2 ); la sua superficie è di poco superiore a un terzo di quella della Bretagna (27.000 km 2 ) . Gli esperti locali stimano che le Marche non godono della notorietà culturale che meriterebbero. Un libretto edito dell'Asses-sorato al Turismo esibisce con fierezza le sue statistiche: più di 1000 monumenti significativi, un centinaio di città d'arte, 106 castelli, migliaia di chiese di cui 200 in stile romanico, 96 abbazie ben conservate, 183 santuari, 34 siti archeologici, 72 teatri storici... In Italia, ha la più forte densità di pinacoteche e di musei: 342 in 246 comuni.

 
1.8.1 Recanati
Agglomerato più grande e anteriore a Loreto, Recanati è il suo complemento inseparabile. Giacomo Leopardi (1798- 1837), uno dei grandi poeti della letteratura italiana, è la gloria della città.

 
1.8. 2 Ancona
Ancona, città marittima, capoluogo della regione delle Marche, è la chiave per comprendere tutto il territorio circostante.
Conta oggi più di centomila abitanti. Costruita su un promontorio a forma di gomito (in greco ankon), le sue origini risalgono al IV secolo avanti Cristo.
Questo luogo è unico al mondo. La veduta è talmente vasta che da qui si può osservare il sole all'aurora e al tramonto. Da quell'altezza si dominano i secoli. Si ha davanti agli occhi l'arco di Traiano, ma anche le installazioni portuali più moderne. Si è nella posizione migliore per osservare il ponte trasportatore, il cantiere navale, i piroscafi che si apprestano ad imbarcare i loro passeggeri in partenza per la Croazia, per Medjugorje, per la Grecia, per la Terra Santa.
L'attuale cattedrale, in marmo bianco e rosa, mescola stile romano, bizantino e lombardo, risale al XII secolo. È considerata il più bel monumento di tutte le Marche.
Ancona porta fieramente il titolo di «città dorica».
Nel 133 a. C., Ancona è entrata a far parte del territorio imperiale di Roma.
Al tempo di Augusto faceva parte della V regione. Rami della via Salaria, che termina San Benedetto del Tronto, e della via Flaminia, che fa capo a Fano, mettevano in comunicazione i suoi dintorni. È dunque probabile che l'evangelizzazione sia venuta dall'Oriente per via marittima e da Roma per via terrestre.
Ancona è stata membro di una Pentapoli marittima sottomessa a Ravenna.
Ancona è stata il porto orientale dello Stato Pontificio.
Ancona è una terra di santità dove sono vissuti grandi spiritualisti. Il beato Gabriele Ferretti, mistico francescano, grande zio di Pio IX, è nato qui.
Mi si parla di scristianizzazione, ma non lo credo. La città è affollata di comunità religiose ancora prospere. La fede trasuda da tutti i muri. San Francesco si è imbarcato due volte ad Ancona (o a Numana) per la Terra Santa. La città si fregia del titolo «Civitas Fidei».

 
1.8.3 Ancona, porta dell'Oriente
Ancona è veramente la «Porta dell'Oriente» e, a questo titolo, è una chiave per comprendere la regione delle Marche. Nel suo libro su Loreto, Yves Marie Bercé mostra come le due rive dell'Adriatico siano solidali. La repubblica di Venezia controllava il nord del litorale, tanto che Zara e Spalato erano di fatto succursali di Venezia.
A primavera, imbarcazioni trasportavano le greggi che passavano l'estate sulle ricche colline delle Marche. Da cinque a settemila pecore erano trasportate da Spalato a Porto Recanati.
Il flusso migratorio scorreva soprattutto da est verso ovest, provocando fatalmente un rimescolamento di popolazioni, soprattutto in Italia.
Non si può capire Loreto senza i suoi orizzonti marittimi.
Approfittando della debolezza del Sultano Selim, figlio di Solimano il Magnifico, Pio V organizzò una vera crociata. Dal territorio di Recanati, che più tardi ingloberà Loreto, il governo dello Stato Pontificio esigette il contributo di 108 uomini. Da quella spedizione micidiale ritornarono solo otto uomini.
Alcune settimane dopo la vittoria, Marcantonio Colonna, uno dei vincitori di Lepanto, sbarcava a Porto Recanati seguito da una truppa di prigionieri europei da lui liberati. Veniva a ringraziare la Vergine di Loreto.
Dall'inizio del XVI secolo la città di Loreto prende l'aspetto di città fortificata. Nell'aprile del 1545 il papa Paolo III istituisce un ordine equestre intitolato «Collegio dei Cavalieri Loretani». L'accesso a questo corpo è riservata alla nobiltà ed alle famiglie agiate delle Marche. L'intenzione di Paolo III era di proteggere il complesso della Santa Casa dai pirati saraceni e dai predatori provenienti dall'interno del territorio.

 
1.8.4 Loreto, città conservatrice, deve preparare il suo avvenire
Di questo passato ormai lontano restano forse delle tracce discrete nella mentalità della gente. In passato si temeva di essere assediati dagli Ottomani, poi Loreto è diventata il simbolo della lotta contro l'eresia. In ogni tempo Loreto è stata piuttosto conservatrice. Ancor oggi si riscontra nell'ammirevole popolazione di Loreto qualche traccia della mentalità una volta predominante. Oggi Loreto ha bisogno di cristiani rimasti fedeli, ma deve anche rivolgersi con audacia verso il futuro per trovare le forme e le strutture per l'evangelizzazione che corrispondano alle esigenze contemporanee.

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1.8.5 San Francesco e le Marche
Per penetrare nell'anima della popolazione delle Marche è indispensabile misurare la profondità dell'influenza esercitata su di essa dal movimento francescano.
San Francesco era un convertito giovane, di soli ventisette anni, quando nel 1208 ha compiuto la sua prima missione nelle Marche. Aveva come compagno frate Egidio. I due frati esultavano di gioia e Francesco cantava ad alta voce le lodi del Signore in francese.
L'autore prosegue mostrando che gli uditori erano sconcertati alla vista di quegli uomini strani... L'avventura ebbe termine nella città di Fabriano. Grazie alle sue relazioni, Francesco ha ottenuto per i suoi frati luoghi solitari: Cantino sulla terra di Val Povera, e soprattutto, al disopra di Valleremita, Val di Sasso soprannominata la «Porziuncola delle Marche».
Nel 1212 il santo attraversò ancora la regione per recarsi ad Ancona ed imbarcarsi per l'Oriente. A causa dei venti contrari dovette ritornare ad Ancona.
A San Severino Marche reclutò il trovatore divenuto frate Pacifico, primo inviato in Francia della fraternità frencescana.
Nel 1215 è collocato il glorioso passaggio del nostro eroe nella città di Ascoli Piceno.
Nel giugno 1219 Francesco, ritornato nelle Marche, si imbarca una seconda volta per la Siria. Predica davanti al sultano d'Egitto e si reca sui luoghi santi. Nel 1220, messo al corrente delle difficoltà che incontra l'ordine in suo assenza, rientra in Italia. Visita Osimo. Nella campagna è preso dalla compassione per una pecorella che, sola in mezzo ai montoni, gli fa pensare a Gesù attorniato dal Sinedrio.

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1.8.6 I santi francescani delle Marche nel XIII e XIV secolo
Masseron scrive senza esitare: «La Marca di Ancona era diventata un asilo inespugnabile per gli Spirituali, un posto difeso gelosamente contro l'invasione di idee nuove, idee estranee alla predicazione e soprattutto all'esempio di san Francesco». Nel capitolo 42 dei Fioretti leggiamo: «La provincia della Marca d'Ancona fu anticamente, a modo che 'l cielo di stelle, adornata di santi ed esemplari frati, li quali, a modo che luminari di cielo, hanno alluminato e adornato l'Ordine di santo Francesco e il mondo con esempi e con dottrina».
Si contano nelle Marche più di quaranta santi o beati della famiglia francescana.
Nel capitolo 42 dei Fioretti si fa menzione del fervore estatico dei francescani delle Marche: frate Bentivoglia, Pietro di Monticelli. Nei capitoli 43 e 44 ci viene mostrata la santità del beato Corrado di Offida (1273-1306), predicatore efficace, favorito da apparizioni celesti quando si trova nell'eremo di Forano. La conversione, la vita santa e i miracoli di Giovanni della Penna († 1274 ) sono riportati nel capitolo 45. Poi ci viene presentata la vita sublime di frate Umile († 1274 ). Più avanti conosciamo i fatti soprannaturali riguardanti Iacopo della Massa e il beato Giovanni da Fermo, chiamato anche Giovanni della Vernia.
Ma la santità non diserta la regione nel corso i secoli successivi. A Mombaroccio, fra Pesaro e Fossombrone, oggi si visita il santuario consacrato al Beato Sante († 1394).
Nel XV secolo non si può omettere di citare un figlio della città di Ancona: il beato Gabriele Ferretti (1385-1456), uno zio molto lontano di Pio IX Mastai Ferretti.

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1.8.7 I santi francescani nelle Marche nel XV secolo
San Giacomo della Marca (1394-1476), oggi patrono della provincia francescana e delle Marche, fu una specie di superuomo, un apostolo dalla dimensione leggendaria.
Il suo nome è spesso associato a quello dei suoi grandi amici san Bernardino da Siena e san Giovanni da Capestrano. Un cronista pretende che nel corso della sua vita abbia battezzato 100.000 persone e compiuto 100.000 miracoli, di cui solo 3000 sono stati oggetto di una menzione scritta!
Giacomo era un asceta instancabile. Tra i quindici e i quarant'anni fu preda di terribili tentazioni carnali; ne fu liberato durante una messa celebrata a Loreto.
Un altro francescano del XV secolo è stato pure un brillante evangelizzatore delle Marche e dell'Italia: il beato Marco da Montegallo.
Santa Camilla Varano (1458-1524) è una mistica citata spesso nelle Marche.

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1.8.8 I santi francescani delle Marche nel XVI e XVII secolo
Non troppo lontano da Loreto si trova il borgo di Montegranaro. San Serafino (1540-1604), grande amico di Loreto fin dall'infanzia, è la gloria di Montegranaro,.
Anche il nord delle Marche ha la sue celebrità: Il beato Benedetto da Fossombrone (1560-1625).
Tornando verso la parte meridionale della regione troviamo il ricordo lasciato dal beato Bernardo da Offida (1604-1694), figura molto piacevole di frate laico cappuccino.

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1.8.9 I santi francescani delle Marche nel XVIII secolo
Nel XVIII secolo ricordiamo san Pacifico da San Severino (1654-1721).
A sedici anni lo sfortunato giovane sceglie di entrare nel noviziato dei francescani osservanti di Forano, vicino ad Appignano. La lunga durata della sua messa dispiace ai confratelli, ma il cielo sembra dargli ragione. I riti sono interrotti da estasi e levitazioni.
Veronica Giuliani (1660-1727) è una delle più grandi mistiche della storia della Chiesa. Nata da una famiglia onorevole a Mercatello sul Metauro, una cittadina all'interno della provincia di Pesaro, passa la maggior parte della sua esistenza nel monastero di Città di Castello.
La conosciamo bene, perché dal 1693 fino alla morte redige un impressionante Diario. Tra il 1720 e il 1727 lo compone sotto dettatura della Santa Vergine stessa. Secondo il Dizionario di Spiritualità: «I suoi testi autobiografici sono i più estesi che si conoscano, come quantità e come durata nel tempo».

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1.8.10 I francescani delle Marche
Con uno stile che risente delle sue origini protestanti, Paul Sabatier (1858-1928), pioniere moderno degli studi francescani, dichiarava: «La Marca di Ancona doveva divenire e rimanere la provincia più autenticamente francescana di tutte; è là che si trovano Offida, San Severino, Macerata, Forano, Cingoli, Fermo, Massa e numerosi altri eremi, nei quali la povertà doveva trovare per più di un secolo i suoi araldi e martiri; da là provengono Giovanni della Vernia, Iacopo da Massa, Corrado da Offida, Angelo Clareno e quelle legioni di rivoluzionari sconosciuti, di sognatori, di profeti che, a cominciare dai frati espulsi nel 1244 dal generale dell'Ordine Crescenzo da Jesi, non cesseranno di arruolare, e con la loro fiera resistenza contro ogni potere scriveranno una delle più belle pagine della storia religiosa del Medioevo» (Vita di San Francesco, 1896, pag. 152).
La vitalità francescana della regione si svolge attorno ad alcuni insediamenti rappresentativi: Brogliano, Rena-cavata, San Severino, Fermo, Forano, Fossombrone, Mombaroccio, Mercatello...
La Marca di Ancona è stata la culla delle riforme più ardenti, dei dibattiti più appassionati, degli scontri più feroci tra «profeti» e l'autorità costituita.
Il totale delle istituzioni francescane attuali o scomparse nella provincia delle Marche ammonta a 264.

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